«Oggi i
27 leader europei hanno discusso le conseguenze del referendum nel Regno Unito per l'Unione europea: è un grave momento nella storia comune. I leader sono determinati a restare uniti e insieme come 27». Lo ha dichiarato il
presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, in una conferenza stampa a Bruxelles.
Quello di oggi il secondo giorno di incontri tra i leader europei per discutere di
Brexit, il referendum con cui il Regno Unito ha deciso di uscire dall’Unione europea la settimana scorsa. Le riunioni hanno luogo senza il primo ministro britannico David Cameron, che ha partecipato ai lavori il primo giorno rassicurando i suoi colleghi sul piano di uscita dalla Ue, e rinnovando gli impegni del suo Paese in termini di sicurezza e chiedendo la possibilità di continuare ad avere accesso al mercato europeo.
I leader dei 27 Paesi dell'Unione - senza David Cameron - hanno approvato la dichiarazione finale che li impegna a fare tutto il necessario per salvaguardare l'Ue e voltare pagina rispondendo ai bisogni dei cittadini.
Nel testo viene ribadito che fino al momento in cui non sarà attivato dal governo britannico l’articolo 50 della Costituzione europea che regola l'uscita di un Paese dall'Unione europea, il Regno Unito resta a pieno diritto un membro dell’Unione Europea. «L'uscita del Regno Unito deve essere ordinata e non ci saranno negoziati di nessun tipo sino alla notifica del recesso - ha ribadito il presidente del Consiglio europeo, Tusk -. Speriamo che il Regno Unito sia un partner stretto nel futuro».
«Sarebbe preferibile che questo avvenisse rapidamente allo scopo di evitare di entrare in un prolungato periodo di incertezza». Nel testo è espresso «profondo dispiacere" ma anche "rispetto" per l'esito del referendum.
«Siamo pronti ad affrontare ogni difficoltà - scrivono i leader - che
dovesse derivare dall'attuale situazione». Nel documento si sottolinea
anche la necessità di "fare di più" rispondere alle attese dei cittadini
per «la sicurezza, la prosperità e le prospettive di un futuro
migliore. Dobbiamo agire, non ultimo nell'interesse dei giovani».